mercoledì 12 giugno 2013

Pallocca Fratelli d'Italia: Legge 194, Meloni: Italia si ponga il problema di ...

Pallocca Fratelli d'Italia: Legge 194, Meloni: Italia si ponga il problema di ...

Legge 194, Meloni: Italia si ponga il problema di come favorire la vita



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Pallocca Fratelli d'Italia: l'Onu dichiari illegale la povertà

Pallocca Fratelli d'Italia: l'Onu dichiari illegale la povertà: Petrella: l'Onu dichiari illegale la povertà L'economista politico spiega gli obiettivi della campagna internazionale che ha...

l'Onu dichiari illegale la povertà

Petrella: l'Onu dichiari illegale la povertà

L'economista politico spiega gli obiettivi della campagna internazionale che ha come obiettivo mettere fuorilegge la ''finanza predatrice'', una delle principali cause dell'impoverimento collettivo di Patrizia Caiffa (Agenzia Sir)

Un milione e mezzo di posti di lavoro persi in Italia dall’inizio della crisi. Disoccupazione generale al 12,8% e giovanile al 40%. Una persona su quattro (ossia 15 milioni di persone) vive in condizioni di disagio economico. Nei giorni scorsi l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha detto che nel 2012 le banche hanno tolto 44 miliardi di euro alle imprese italiane. Cifre sconfortanti che vengono snocciolate ogni giorno e pongono interrogativi forti su come fronteggiare una crisi finanziaria, economica e occupazionale che sembra essere senza vie d’uscita. Dalla società civile arrivano proposte, come la Campagna internazionale "Dichiariamo illegale la povertà", lanciata in Italia dal Cipsi (www.cipsi.it). L’obiettivo è mettere fuorilegge i processi alla base dell’impoverimento, tra cui la "finanza predatrice" (www.banningpoverty.org). Scopo principale è far sì che l’Assemblea generale dell’Onu approvi, nel 2018, una risoluzione nella quale si proclami l’illegalità di quelle leggi, istituzioni e pratiche sociali che sono all’origine e alimentano la povertà nel mondo. Tra i principali ispiratori e promotori, l’economista politico Riccardo Petrella, dell’Università cattolica di Lovanio (Bruxelles), che spiega al Sir cosa c’è, a suo parere, dietro la crisi.

Chi sono i principali responsabili dell’attuale crisi economica?
I poteri dominanti scrivono l’opera, la musicano, la programmano e decidono se è buona o cattiva. È una specie di monopolio totale dello spirito del mondo. Se la povertà e i poveri fossero le banche, li avrebbero già salvati da tempo. Invece si salvano gli autori della crisi, ossia la finanza, che ha tradito la sua funzione propria di legare risparmio e investimento. Si è distaccata da questo ruolo: prende il risparmio dalla gente, gli aiuti governativi e investe non per produrre beni e servizi necessari ai bisogni della popolazione mondiale ma per scatenare un circuito finanziario avvitato su se stesso. La finanza è diventata autoreferenziale e crea ricchezza solo per il capitale finanziario. I parlamenti, che dovrebbero essere i luoghi dove tutti gli interessi sono rappresentati, non servono più. Ecco perché la finanza condiziona le scelte di governi e società civile.

La finanza sapeva che in questo modo avrebbe prodotto, di conseguenza, maggiore povertà e disoccupazione?
Non era questo l’obiettivo ma sapeva benissimo che perseguendo la priorità dell’ottimizzazione del ritorno sull’investimento finanziario sarebbe diminuita la redistribuzione della ricchezza prodotta verso altri fattori (lavoro, Stato). Il cambiamento nella ripartizione della ricchezza, invece, era voluto. Nella redistribuzione della ricchezza prodotta il capitale ha rivendicato l’aumento della parte che doveva andare al reddito di capitale, diminuendo di fatto la parte che andava al reddito da lavoro. Quindi chi vive di reddito da lavoro è diventato più povero mentre chi vive di reddito da capitale è diventato più ricco. Secondo la rivista Forbes, nel 2012 il numero dei miliardari è aumentato di 240 unità, cioè è passato da 1.200 a 1.400. La ricchezza collettiva dei primi 100 è di 2,4 mila miliardi di dollari. Significa che ogni miliardario ha visto la sua ricchezza aumentare di 2,4 miliardi in un anno. Continua la predazione della terra, della vita della gente.

Cosa c’è dietro questa crisi?
La mia lettura è che la crisi finanziaria afferma l’importanza del rito sacrificale che i gruppi dominanti usano sempre, nella storia. Quando in una società i gruppi dominanti, quali che siano, non riescono a risolvere i problemi che hanno creato, normalmente il metodo più adottato è la guerra. Perché il rito sacrificale rimette un po’ tutto in ordine. Ci sono riti sacrificali altrettanto devastatori: le crisi economiche, occupazionali, alimentari. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi sono più frequenti.

Come valuta le risposte economiche e politiche date finora?
Non sono capaci di risolvere la crisi finanziaria che hanno creato. Dicono che se non salviamo il sistema tutto crolla. Ma è già tutto crollato. Questo comporta le crisi e i sacrifici. Ecco perché i nostri dominanti non fanno altro che dirci le cifre della disoccupazione, affermando che ci sono intere generazioni sacrificate. Proprio come in guerra. Da qui l’incertezza, la precarietà, la bassa remunerazione, lo sfruttamento, la mancanza di diritti. Questo è il furto. Perciò la Campagna Banning poverty chiede di mettere fuorilegge ciò che causa l’impoverimento.

Come ci salveremo?
Non facendo ciò che la Commissione europea, la Banca centrale o il Fondo monetario internazionale propongono. Dobbiamo batterci, denunciare, proporre. Noi cittadini italiani, ad esempio, possiamo chiedere leggi che abroghino le leggi bancarie del ’93 e del ’98 che hanno permesso l’autoreferenzialità della finanza.

11 giugno 2013